C’ERA UNA VOLTA LADY BIRD…
“Lady Bird” è un brano ottimo per iniziare ad improvvisare, la sua struttura di 16 misure e i centri tonali in gioco, tutti maggiori, lo rendono un pezzo di facile memorizzazione e di comoda gestione per l’improvvisazione. Queste caratteristiche hanno fatto si che fosse interpretato da moltissimi musicisti di jazz come per esempio Miles Davis, Chet Baker, Stan Getz, Dexter Gordon, Charles Mingus, Lee Morgan, Gerry Mulligan, Bud Powell, Barry Harris ed altri. L’unico passaggio a cui dedicare attenzione è il turnaround finale visto che gli accordi si succedono vertiginosamente [trucco: suonarci la pentatonica minore di Do!!!].
Quel buontempone di Miles Davis ne carpì la successione armonica e la utilizzò senza neanche cambiare la tonalità per comporre “Half Nelson”. In realtà questa pratica, detta “contrafact”, che sfrutta per i propri fini le altrui griglie armoniche era stata usata abbondantemente (e non solo da lui) da sua eminenza Charlie Parker per comporre molti dei suoi tunes prendendo ad esempio la struttura di “I Got Rhythm” per comporre una serie di temi bop come “Moose the Mooche”, “Dexterity”, “Chasin’ the Bird” oppure con “Ko-ko” riprendendo la celebre “Cherokee” di Ray Noble.
Lo stesso Tadd Dameron autore di Lady Bird compose “Hot House”, un bebop tune nato sulla struttura di “What Is This Thing Called Love” di Cole Porter.

Morale: chi di “contrafact” colpisce di “contrafact” perisce.

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