La frase in questione è suonata da Pat Martino sul noto blues minore di Wayne Shorter “Footprints”. Originalmente scritto in 6/8 per comodità di scrittura il tempo quì riportato è di 3/4. All’inizio del secondo chorus di improvvisazione a 1:44 della quarta traccia del CD ha inizio questo fraseggio ascendente che non è in una scala in particolare, ma che ha una giustificazione simmetrica in quanto il gruppo di tre note iniziali MI, FA, SOL è ripetuto trasponendolo parallelamente una quarta sopra (LA, SIb, DO – RE, MIb, FA – SOL, LAb, SIb). Lo sviluppo della frase da quì in poi è palesemente fuori tonalità. Infatti l’accordo del momento risulta essere REm7 ma Pat costruisce la sua linea pensandolo spostato mezzo tono sopra e perciò come se fosse MIbm7 (MIb dorico). Per cui assistiamo ad una tensione che ci riporta alla mente un certo modo di suonare modale su un’armonia statica che ricrea il rapporto armonico tensione-risoluzione della musica tonale a livello melodico.
[audio:https://www.stefanomicarelli.it/didattica/wlick/patmartino/patmar.MP3]